Lì dove tutto è cominciato: Venezia. Dopo Ravenna e Firenze, dove ha ottenuto un successo importante, la mostra ‘Byron Contemporaneo’ di Giampiero Corelli approda da oggi nella prima città in cui Lord Byron si fermò in Italia, dove il poeta inglese conobbe Teresa a casa della Contessa Benzoni, e avviò quella storia romantica e letteraria che lo avrebbe portato in breve a Ravenna, proprio nel meraviglioso Palazzo che oggi è sede, per una straordinaria intuizione di Antonio Patuelli, Presidente della Cassa di Ravenna, che proprio sabato interverrà nella stessa Venezia all’importante Convegno Nazionale dei Cavalieri del Lavoro ‘L’Europa che vogliamo’. I Musei Byron e del Risorgimento sono stati realizzati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna presieduta allora da Lanfranco Gualtieri, poi da Ernesto Giuseppe Alfieri e ora da Mirella Falconi Mazzotti.
La mostra compie quindi il viaggio di Byron a ritroso: dalla storica capitale bizantina, Ravenna, fino alla Serenissima: un percorso ricco di un fascino unico, quella stessa magia che ha portato in pochi mesi ai Musei di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, le massime istituzioni dell’Unione Europea, della Repubblica Italiana ed anche della Gran Bretagna.
E così, dopo essere nata a Ravenna nei Chiostri Danteschi della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, ed essere poi stata ospitata a Palazzo Strozzi di Firenze, grazie al prestigioso Gabinetto scientifico-letterario Vieusseux, presieduto dallo scrittore e storico Riccardo Nencini, la mostra ‘Byron Contemporaneo’, prosegue il suo viaggio e arriva nella nuova sede di Scoletta dei Calegheri a Campo San Tomà a Venezia.
Curata da Daniela Ferrari, curatrice e conservatrice presso il Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la mostra ritrova a Venezia l’atmosfera delle calli e dei salotti che i Musei Byron ricostruiscono mirabilmente, grazie alle modernissime tecnologie digitali ed immersive che animano fin dalla prima sala la visita di migliaia di ospiti.
Per presentare la mostra a Venezia sono intervenuti oggi la Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Mirella Falconi Mazzotti, il Segretario Generale Giancarlo Bagnariol, Riccardo Nencini, Daniela Ferrari, Vincenzo Patanè e l’autore, Giampiero Corelli. ‘Si completa il viaggio straordinario _ ha detto Riccardo Nencini _ di Byron, con il ritorno nella città italiana in cui l’avventura ha inizio. Venezia è mare e sguardo a Oriente, le coordinate predilette dal poeta qui rappresentate dall’occhio folgorante del maestro Corelli’.
‘Byron Contemporaneo è un titolo straordinario _ ha detto Mirella Falconi Mazzotti _: perché riassume la straordinaria attualità di un personaggio e di un poeta che ha avviato con il suo amore libero la modernità in piena atmosfera del Congresso di Vienna. Ma è anche uno spot: perché nei Musei a lui dedicati, il poeta prende vita grazie alla meravigliosa ricostruzione digitale dei personaggi, delle voci, delle parole e delle ambientazioni dell’epoca, e sembra davvero che Byron sia lì, in mezzo a noi. E questa mostra di Giampiero Corelli è stata ed è tuttora uno straordinario traino per i nostri Musei’.
‘Per interpretare la figura di Lord Byron _ spiega Daniela Ferrari _, Giampiero Corelli si lascia guidare dalla luce. Corelli raccoglie la sfida di interpretare l’opera di un letterato che ha inanellato a un ritmo sfrenato viaggi, versi, amori, scandali e pubblicazioni, calando la sua poetica nel presente non dimenticando la tradizione e il portato di senso che i suoi scritti – e soprattutto il suo modus vivendi – ci hanno trasmesso, proiettando la sua figura nel contesto del quotidiano. Nel caso del progetto Byron contemporaneo il fotografo non riproduce l’interpretazione di un altro artista. È egli stesso interprete per mezzo della fotografia, di sentimenti espressi in parole. Molteplici fonti visive si intrecciano alle suggestioni lasciate dal contatto con le riflessioni byroniane. Nel comporre le immagini è come se cercasse tracce delle opere d’arte che nel tempo hanno costituito, sedimentandosi, il suo immaginario e così, nei gesti e nei volti del quotidiano, Corelli guarda al banale presente con la sensibilità di chi sa bene che il presente banale non è mai’.
“Ogni fotografia – spiega Vincenzo Patanè – è commentata da una citazione byroniana collegata alle immagini da un nesso logico, a volte evidente altre più sottile. Se alcune foto propongono dei riferimenti alla sua permanenza a Ravenna (dal 1819 al 1821), in particolare alla relazione con Teresa Guiccioli, altre sono invece degli scatti sulla realtà contemporanea. Queste ultime, grazie alle citazioni, sottolineano il virtuale fil rouge che lega il poeta romantico, innamorato, giocoso, amante della libertà, della natura e degli animali al mondo moderno, di cui ha saputo preconizzare con acume tanti aspetti”.
‘Lord Byron _ ha detto l’autore Giampiero Corelli _ è un inno infinito alla bellezza ed alla libertà: e proprio qui a Venezia, protetta da quelle maschere che ne hanno disegnato il volto nell’immaginario collettivo, la società ha costruito il mito sociale di Byron che poi Ravenna ha reso ancora più immortale con le sue opere più ispirate. L’ispirazione di questa mostra è stata la straordinaria attualità di un poeta capace di anticipare il suo tempo e di interpretare il nostro con le stesse parole indimenticabili’.
La mostra, costituita da 25 stampe, resterà aperta fino al 15 giugno, con orari dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19, ad ingresso gratuito.
Intanto, sempre a Venezia, il Presidente della Cassa Antonio Patuelli sarà relatore sabato al Convegno Nazionale dei Cavalieri del Lavoro ‘L’Europa che vogliamo’, alla Sala degli Arazzi della Fondazione Giorgio Cini, all’Isola di San Giorgio: la relazione del Presidente Patuelli sul tema ‘Verso una nuova politica industriale europea: le sfide dell’impresa’ completa così la settimana di stretta interconnessione tra Ravenna e Venezia, nel nome della cultura e del lavoro, principi fondanti della Cassa di Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Venezia, Ravenna 5 giugno 2025
La foto dell’inaugurazione: nel tavolo da sinistra Mirella Falconi Mazzotti, Riccardo Nencini, Daniela Ferrari, Vincenzo Patanè e Giampiero Corelli