Il libro strenna 2017 del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna, con tutte le Banche che ne fanno parte (oltre la Capogruppo Cassa Spa, la Banca di Imola Spa, il Banco di Lucca e del Tirreno Spa), e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna quest’anno è dedicato a “Il fatal dono della bellezza. L’Italia di Byron”, a cura di Donatino Domini e Claudia Giuliani, con saggi di Attilio Brilli, Donatino Domini, Gregory Dowling, Claudia Giuliani, Diego Saglia e Alessandro Vanoli, progetto editoriale di Roberto Mugavero, Minerva Editore.

Il ventitreesimo volume della collana che si sta sviluppando da oltre 20 anni, costituisce la continuazione di precedenti pubblicazioni che hanno visto concorrere anche alla promozione dei filmati e dei volumi su “Ravenna, immagini del ‘900”, (che ha ottenuto il Premio Guidarello), “La Romagna della Via Emilia”, “La Riviera adriatica dell’Emilia Romagna”, “Bologna e la sua provincia, fra gli anni ’20 e gli anni ‘70”, “Lo sfondamento della Linea Gotica”, “Di tanti Palpiti”, “La Ricostruzione: dalle distruzioni della guerra, alla rinascita dell’Italia”, “Come eravamo noi italiani”, “Le radici dello sviluppo economico e sociale nell’Emila-Romagna”, Il viaggio dell’Esilio” di Dante nel 750° anniversario della nascita e “Come eravamo noi italiani: Tradizione, turismo ed arte italiana dagli anni 20’ agli anni 70’ “.

Il volume è aperto dalla prefazione di Antonio Patuelli, Presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna, di Ernesto Giuseppe Alfieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, di Giovanni Tamburini, Presidente della Banca di Imola Spa e di Mario Miccoli, Presidente del Banco di Lucca e del Tirreno Spa.

Lord Byron ha indubbiamente lasciato una traccia significativa nella cultura e nella storia dell’Italia. Con il suo esilio volontario nel nostro Paese, nel 1816, ha avuto modo di entrare in contatto con luoghi e uomini, tradizioni ed esperienze diversificate, realtà cosmopolite (Milano e Venezia) e vivaci realtà locali (Ravenna). E pur nella consapevolezza della frammentazione, non perse mai di vista l’idea di un’unità culturale e storica auspicando con forza l’indipendenza e l’unità politica dell’Italia di cui amò ed ammirò arte, letteratura, paesaggio, tutti contrassegnati da quel “fatal dono della bellezza” che ancora oggi cogliamo quale identitario del nostro Paese. Byron, poi, conta tanto più come figura della nostra storia culturale perché la proietta verso scenari internazionali.

Nel promuovere questa nuova pubblicazione si è inteso, dunque, avviare una rilettura di Byron in rapporto all’Italia, e portare l’attenzione in particolare sul soggiorno ravennate, su quella memorabile presenza di un poeta–simbolo che ha affascinato, con la sua vita, la sua opera e, perché no, con la sua passionale storia d’amore con Teresa Guiccioli, il mondo culturale e sociale dell’Europa ottocentesca.

A tutto ciò vuole ispirarsi la nuova strategica impresa culturale che si avvia ad insediarsi con la importante e promettente esperienza dei Musei di Palazzo Guiccioli, dimora di Byron a Ravenna, che a breve vedrà compiuta la sua realizzazione, fortemente voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, nell’auspicio che le sinergie, locali ed internazionali, che questo investimento mette in campo, siano felice prodromo a nuove forme di sviluppo culturale e turistico.